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Marbor, 2019

Marbor, 2019
Carrara marble
cm 81 × 45 × 60

porta coeli foundation
president’s award

Oggetti anomali che mettono in questione lo spazio e il contingente. Volumi che si configurano sempre come elementi che interagiscono e contraddicono lo spazio in cui si trovano. Più che presenze, sono calchi, rilievi, definizioni di un’assenza. Totalmente privi di referenti nella realtà, si sporgono nello spazio attraverso successioni di sinuose curve isometriche che creano insenature, varchi, fiordi, baie. Sono declinazioni visibili dello statuto dell’opera d’arte nel reale. 

Danilo Fiorucci (1961) è nato a Perugia, dove vive e lavora.  Si è diplomato all’Accademia di belle arti Pietro Vannucci di Perugia nel 1989. Nello stesso anno ha fondato l’Associazione arti visive Trebisonda insieme a Moreno Barboni, Lucilla Ragni e Robert Lang, agendo nell’arte come artista e come propulsore di iniziative formative, espositive, laboratoriali. Tra le tante esperienze si citano la partecipazione alla Biennale dei giovani artisti del Mediterraneo di Sarajevo (2001) e la 15. Quadriennale di Roma (2008). Ha esposto in Germania, Stati Uniti, Israele. L’opera Marbor presentata per Map3 fa parte della serie Lo spazio assente: i volumi di queste sculture si configurano sempre come elementi che interagiscono e mettono in questione lo spazio in cui si trovano, configurandosi più che come presenze, come calchi, rilievi, definizioni di un’assenza.  Il volume, come in un oggetto digitale a bassa definizione o un plastico architettonico, totalmente privo di referenti nella realtà, si sporge nello spazio attraverso successioni di sinuose curve isometriche che creano insenature, varchi, fiordi, baie.